Green Piccoli Consumatori (Centro Nord)
Il vertiginoso aumento dei prezzi dell'energia nel 2021, dovuto a una combinazione di fattori economici, geopolitici e climatici ha evidenziato la vulnerabilità dei sistemi energetici a una varietà di pressioni esterne e interne, portando a un significativo aumento dei prezzi per gli utenti finali. Nel 2023 si è assistito a una riduzione dei prezzi dovuta a una serie contingente di situazioni favorevoli che hanno mantenuto stabili le scorte di gas. Di conseguenza, i prezzi si sono ridimensionati, pur rimanendo mediamente elevati rispetto ai livelli pre-pandemia di COVID-19.
Ma cosa aspettarsi per il futuro?
Le oscillazioni del prezzo dell'energia in Italia sono il risultato di una complessa interazione tra domanda, offerta, regolamentazioni di mercato, fattori geopolitici, disponibilità delle risorse per la produzione di energia e condizioni economiche globali. In futuro, il prezzo dell'energia continuerà a mostrare una notevole volatilità, con tendenze altalenanti, ma con una previsione di aumento medio nel medio-lungo termine. Le principali motivazioni riguardano:
- dinamiche di mercato: la domanda crescente di energia dovuta all’elettrificazione, unita all’aumento della popolazione mondiale, eserciterà pressione sui prezzi, per via di una maggiore competizione per le risorse energetiche globali;
- volatilità dei prezzi delle materie prime: l'Italia è un paese che importa materie prime, come gas naturale e derivati del petrolio, per produrre energia elettrica. Questa dipendenza dai mercati globali espone il paese a fluttuazioni dei prezzi, che possono essere aggravate da crisi geopolitiche o instabilità nei paesi produttori. Inoltre, sanzioni economiche e restrizioni commerciali possono limitare l'accesso a risorse energetiche a basso costo;
- transizione energetica e decarbonizzazione: in linea con gli obiettivi ESG (Environmental, Social, Governance) e di decarbonizzazione, la transizione verso fonti di energia rinnovabile richiede adeguati investimenti in nuove infrastrutture e tecnologie. Allo stesso modo, la chiusura di centrali a carbone e a gas comporterà costi di smantellamento e la necessità di costruire nuove infrastrutture rinnovabili. Inoltre, le normative ambientali più severe e le tasse sulle emissioni di CO2 aumentano i costi operativi per le centrali a combustibili fossili ancora in funzione. Queste spese iniziali vengono trasferite ai consumatori attraverso tariffe energetiche più elevate.
Sebbene vi siano fattori che potrebbero contribuire a stabilizzare o ridurre i prezzi dell'energia (come l'innovazione tecnologica e l'aumento dell'efficienza energetica), l'insieme dei fattori sopra descritti autorizza a prevedere una tendenza verso un aumento dei costi energetici nei prossimi anni. La transizione energetica, le dinamiche di mercato globali, le politiche ambientali e le tensioni geopolitiche sono tutti elementi che contribuiranno all’instabilità dei prezzi nel medio e lungo periodo e di conseguenza a un'energia più costosa per i consumatori italiani. Inoltre, il modello di produzione dell’energia elettrica sta passando da una versione centralizzata in pochi siti e poi distribuita ai consumatori, a un modello ibrido che, pur mantenendo la sua origine, si estende alla compartecipazione dei consumatori.